FISIOGNOMICA IDEALE |
Musica ↔ Arti visive a cura di Luciano Marucci
Va sottolineato che il sito (http://www.provincia.ap.it/tebaldini/index.htm), strutturato come edizione on-line in progress (scritta-visiva-sonora), non è derivato da logiche di profitto, né da tecniche estetizzanti destinate al rapido consumo, ma da un progetto basato su contenuti artistici, umani e spirituali. E, per conferirgli una dimensione creativa e propositiva, recentemente è stato realizzato, appunto, questo evento tematico, virtuale/reale, ora consultabile nell’apposita sezione.
Grazie alle intuizioni e sperimentazioni di alcuni creativi, musica e arti visive si sono influenzate reciprocamente, quasi al punto di rendere possibile osservazione e ascolto nello stesso momento, non soltanto in persone ‘affette’ da sinestesia, come Kandinskij che sentiva i colori, o il musicista russo Skriabin che concepì l’idea di una fusione tra sensazioni visive e uditive costruendo il clavier lumiére. Nel contemporaneo (solo per citare i più innovativi) si fanno notare le trasgressioni minimaliste di John Cage, le implicazioni teatrali dei polacchi Kantor e Schäffer, le azioni Fluxus, quelle di Beuys, Fox e di altri. Piuttosto originali le installazioni ‘pittoriche’ di Kounellis con interpreti musicali in carne e ossa. Tornano alla mente anche alcuni eventi multimediali di Wharol, le performances degli anni Settanta e le più recenti, come pure certa produzione video-artistica iniziale e di oggi. Degni di segnalazione gli annuali incontri arte-musica dell’Associazione Culturale “Il Teatro degli Artisti” nell’ambito del Rof di Pesaro. Nell’ultimo decennio la necessità di penetrare nella complessità delle culture e di coinvolgere maggiormente gli spettatori, ha portato ad esaltare le contaminazioni plurisensoriali e spettacolari, estendendo ulteriormente il concetto di arte. Abbattute molte barriere culturali e riconosciuto il primato della libertà creativa, attualmente si avverte una ripresa di interesse per questa ibridazione linguistica, anche perché dall’una e dall’altra parte restano margini per ulteriori studi e valide motivazioni che giustificano una convincente riattivazione del rapporto, al di là delle peculiarità dello specifico.
Per concretizzare l’esposizione, incentrata sul musicista, si è cercata una formula, non scontata, che potesse avere un’ampia valenza culturale. Scartate le teorizzazioni e le esperienze storiche, quelle posteriori sulla corrispondenza pittura-musica, per lo più legate agli aspetti puramente linguistici; evitata l’ipotesi del ritratto celebrativo (naturalistico o psicologico), come voleva la fisiognomica classica e quella successiva alla scoperta dell’inconscio; è stata privilegiata un’indagine finalizzata alla conoscenza del Maestro, non vincolata al volto. Da qui il titolo di “Fisiognomica ideale” che esplicita il proposito di individuare l’identità di un autore attraverso valori che, in qualche modo, connotano la sua esistenza e l’attività creativa. Nello stesso tempo si è voluto stimolare una dialettica tra due ambiti disciplinari dalle strutture percettive differenti che, però, possono integrarsi e contribuire ad accrescere sensibilità e contenuti. Altri intenti alla base dell’iniziativa: accertare lo sviluppo dell’estetica che relaziona l’arte con i nostri sensi, nonché i legami antropologici di una umanità e di una cultura che vanno mutando rapidamente i loro caratteri. Così, partendo dagli interessi multidisciplinari e dalla ricchezza interiore del Maestro, dalla tensione spirituale della sua opera, dal presupposto che le arti visive e la musica sono strumenti di conoscenza e parlano un linguaggio universale, si è fatto appello alle potenzialità di un certo numero di artisti sollecitati a confrontarsi con la tematica per trovare nuove soluzioni tecnico-espressive. In sostanza, l’operazione tende a portare l’attenzione sulle interazioni disciplinari e a favorire l’introspezione, nell’epoca della globalizzazione e dell’immagine mediale in cui prevalgono esteriorità e tecnica. Inoltre, è complementare al sito internet che la ospita, in quanto lo arricchisce e ne amplia la fruizione. Parallelamente propone uno dei modi possibili per fare più arte e più cultura. Gli artisti prescelti – appartenenti a più generazioni e tendenze, spesso aventi educazione musicale o affinità con l’espressione sonora - sono stati sensibilizzati, direttamente (con diversi materiali informativi, compresi alcuni brani musicali) e tramite il sito (che conta già oltre 700 pagine suddivise in 29 capitoli). E - come accennato - sono stati chiamati a realizzare, con ogni tecnica, una sorta di “ritratto esistenziale-ideale” del personaggio. Perciò non è stato richiesto un lavoro illustrativo o rievocativo, bensì un’interpretazione capace di suscitare riflessioni, utilizzando mezzi di comunicazione, sia attuali che tradizionali. Infatti, dopo l’evento in rete, che potrà essere visionato in permanenza, l’esposizione, anche per recuperare il contatto diretto con l’opera, verrà portata in spazi reali di città dove il musicista visse e operò (San Benedetto del Tronto, Loreto, Parma, Brescia…), oltre che ad Ascoli Piceno, sede del Centro Studi e Ricerche a lui intitolato.
Quindi, “Fisiognomica ideale” ha i requisiti per collocarsi, con autorevolezza e indicazioni attive, nell’area della ricerca odierna che guarda, senza autocensure, alla molteplicità dell’espressione artistica. Ciascuna opera presentata è accompagnata da una ‘nota’ che avvia alla lettura, assolvendo anche a una funzione didattica che faciliti la decifrazione dell’atto creativo e contribuisca a ridestare l’interesse del pubblico per l’arte contemporanea. Le dimensioni piuttosto contenute dei lavori hanno favorito una concezione più intima degli stessi e dell’intera mostra, oltre che la loro più fedele riproduzione.
VERSIONE PDF (1,35 MB) |