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TREVI

Nonostante la crisi generale, le arti visive tentano di resistere, ma non sempre i risultati sono lusinghieri al punto da indicare favorevoli prospettive. Siamo andati al I Premio Trevi Flash Art Museum nella speranza di trovare qualcosa di nuovo che ci emozionasse, invece il panorama che è emerso dalla selezione operata tra i 710 partecipanti (da una giuria composta da G. Alviani, F. De Filippi, G. Di Pietrantonio, H. Kontova, P. Monti, G. Montesano, P. Nardon, A. Passa, G. Perretta) non è dei più confortanti. Le presenze erano 198 invece delle 70 previste inizialmente, per cui presso i locali della Galleria Civica le 122 opere interferivano fra loro. Adeguato l’allestimento a Palazzo Lucarini dove erano raggruppati altri 76 lavori. Nel complesso una delusione, almeno per chi ha vissuto stagioni più esaltanti. Colpa della formazione? di inesperienza? O vera e propria carenza di idee e di motivazioni? Comunque sia, sarebbe il caso che quanti volessero fare arte con intenti più o meno innovativi guardassero anche alla produzione più significativa degli ultimi decenni. Forse si eviterebbe la noia della ripetizione. I cinque premiati (S. Berti, G. Di Costa, R. Ernst, Matia, M. Malizia), meritatamente, hanno ricevuto un milione ciascuno e la possibilità di esporre in gallerie private di Roma e Milano. Intanto, in aprile sono stato chiamati ancora a Trevi in una collettiva con altri selezionati.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 78, giugno 1996, p. 70]