Home arrow Viaggi nell'arte arrow Transiti arrow Umberto Mastroianni (n. 62/1993)
PDF Stampa

GROTTAMMARE

La mostra di opere, a due e a tre dimensioni, di Umberto Mastroianni alla Galleria d’Arte dell’Arancio ripropone l’impegno che l’artista in 50 anni di lavoro ha messo per superare i vecchi canoni della scultura. Per capire meglio la poetica di Mastroianni bisogna rifarsi agli antecedenti culturali che sono alla base della sua formazione e al periodo storico in cui si è sviluppata la sua attività che, linguisticamente, si ricollega alla tradizione della nostra scultura. Metabolizzando alcune componenti dell’Espressionismo, del Futurismo, del Surrealismo e, perfino, dell’Informale, approda  alla rottura della forma chiusa e a quel dinamismo strutturale che caratterizzeranno tutta la sua produzione. Mastroianni supera così anche la monumentalità, il dato oggettivo e naturalistico. Attraverso una combinazione-scontro tra le parti, afferma la materia e, a un tempo, la nega trasformandola in energia che penetra con violenza nello spazio. E dalla decostruzione della forma prende corpo anche una metafora che arriva ad evidenziare addirittura una carica protestataria. L’indagine dalle sculture polimateriche viene estesa, con la stessa passione, anche alle opere bidimensionali di cui la mostra, che non a caso si intitola “I materiali”, comprende esempi significativi. Nella produzione plastica e grafica di Mastroianni l’abile tecnica artigianale finisce per diventare essa stessa linguaggio capace di suscitare forti sensazioni.

Luciano Marucci

[«Juliet» (Trieste), n. 62, aprile-maggio 1993, p. 64]