PIERLUIGI PUSOLE     L’ALTRO PAESAGGIO

Luciano Marucci  

 

 

Eccoci all’annuale esposizione monografica a domicilio accuratamente allestita in questo calendario, grazie alla sensibilità culturale di Sergio D’Auria, presidente dell’omonima industria grafica. Le opere sono state appositamente realizzate da Pierluigi Pusole, artista torinese tra i più rappresentativi dell’area pittorica attuale, che usa il medium storico associando l’esperta manualità a un personale metodo para-scientifico con progetti elaborati in cicli tematici. Per affermare l’autonomia dalla tradizione e stabilire un confronto dialettico con altre esperienze linguistiche del contemporaneo, egli pratica una continua sperimentazione che gli consente di non subire passivamente l’esistente. Evita perfino di sfruttare al massimo il talento che lo porterebbe in contesti irrazionali o accademici. Quindi adotta un “sistema” per fare opere ben strutturate, tutt’altro che ingenue e romantiche, dando la priorità all’atto creativo. Con la reiterazione dei soggetti, senza badare alla loro definizione, approfondisce la ricerca non soltanto dal lato formale e approda a nuove modalità espressive. Lancia così una sfida a oltranza alla propria vocazione e ai dogmatismi, a costo di rischiare incomprensioni, nella convinzione che la Pittura abbia ancora i requisiti per addentrarsi in territori inesplorati. Per sostanziare la sua teoria, mette in campo singolari risorse intellettuali. E, allo scopo di dare all’arte la funzione conoscitiva dell’io e del mondo, compie Experiments, come quelli in corso, per individuare il Dna della creatività, rimodellare la Natura e rianimare il dialogo con i fruitori. Allora il quadro diviene laboratorio di molteplici investigazioni mentali-immaginifiche.   Nonostante le intenzioni razionali l’esito della sua produzione sorprende, oltre che per le qualità estetiche, per la valenza alchemica e il potere di stimolare la percezione di valori immateriali, facendo prevalere l’artista sullo scienziato. 

 

Della PitturaLa pittura di Pusole è fortemente soggettiva e speculativa, veloce, fluida e leggera. Vuole innanzitutto promuovere un processo cognitivo e di sconfinamento. Come accennato, sorge da ideazioni programmatiche; segue una studiata metodologia ed è connotata da un mixage di figurazione e astrazione, nonché dalla luminosità di colori intensi in accostamenti stridenti o addirittura da campiture monocromatiche. L’artista usa acquarelli e acrilici su carta o tela bagnate per ricavare macchie sulle quali interviene disciplinandole in fase di asciugatura e con segni non descrittivi. Da qui le raffinate immagini cariche di energia alternativa ad alta tensione…, di sottili notazioni e di emotività. Una pittura visionaria, ma guidata da una logica che non annulla la spontaneità; che esalta le sue componenti, l’articolata impostazione e l’azione performativa; attenta all’esecuzione e alla visualizzazione di sensazioni piuttosto che alla narrazione. È il mezzo a lui congeniale per trovare inediti e vitali strumenti comunicativi che ne assicurano l’evoluzione; capace di competere con gli altri media. Pittura lievitante, dunque, che propone più apparizioni germinali che presenze contemplative. 

 

PaeSaggioIn pittura il paesaggio, nel tempo, è mutato notevolmente, giacché l’individualità dell’artista è andata imponendosi sulla rappresentazione oggettiva. Il paesaggio di Pusole, oggi più riconoscibile, è la ‘riserva’ per dare spazio alla fantasia, il pretesto per indagare e concepire luoghi che offrono una visione altra del reale. Chiaramente non è imitativo, ma evocativo. Un paesaggio inventato che genera un estraniamento lirico e magico; non definito e senza geografia; spoglio e un po’ mitico; che esprime solitudine e inquietudine esistenziale, ma anche speranza. È costituito da elementi primari (vegetazione e ambienti lacustri) dove a volte compaiono comuni figure umane “preesistenti” (senza volto o appena identificate), rese misteriose. Viene formalizzato con straordinaria rapidità e risulta sempre mutevole. Corrisponde a un habitat culturale percorso da forze enigmatiche. Nasce da semplici suggestioni realistiche e poetiche; da idealità che avviano al soprannaturale e all’elevazione spirituale. In esso la virtualità della pittura vince il paesaggio vero del quale però restano sembianze mnemoniche.  Con il ciclo Io sono Dio l’autore, quasi provocatoriamente, esibisce tutte le sue potenzialità per ri-creare la Natura vissuta dall’uomo. La trascendenza che caratterizza le diverse opere lascia supporre che le dichiarazioni di intenti si concretizzino pure in un’aspirazione al divino. 

 

Calendario d’Autore 2011Anche in questi lavori, che rientrano nel ciclo modulare dell’ultimo periodo, Pusole combina prassi e teoria, macro e microcosmo, natura e arte. Tornano le vedute paesaggistiche dall’iconografia volutamente ambigua, dipinte con acquarelli verdi e blu, in cui si intromettono anonime figure, ‘candide’ e magnetiche, che rendono l’atmosfera reale e irreale. Ricompare la cellula - unità fondamentale degli esseri viventi, assunta come incipit del complesso organismo-opera - la quale, attraverso la serialità, prolifica porzioni di mondo e progredisce fino a mostrarne la totalità. Così le criptiche e informali entità cellulari, messe in relazione visiva e concettuale con illuminanti paesaggi, danno origine a dei “dittici” dove la costruzione pittorica, in apparenza convenzionale, elude le allegorie sui mesi e le stagioni. La pagina di apertura - firmata PU e un sole simbolico - con due smisurati ovoidi vagamente surreali, annuncia la nascita e lo sviluppo del corpus di opere con i dodici transiti che, idealmente e poeticamente, compongono l’intero scenario naturale-immaginario dell’anno. 

 

 

(Presentazione del Calendario d’Autore 2011 realizzato con l’artista Pierluigi Pusole per D’Auria Printing Group) 

 

Per l’intera edizione e il biglietto d’auguri vai al PDF (8,87 MB)