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Ascolta un brano di "Ho visto un
prato", parole di Gianni Rodari, musica di L. Bacalov e S. Endrigo,
canta Sergio Endrigo (2'03)
[ di
Luciano Marucci
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Gianni
Rodari, come altri scrittori, amava disegnare per il bisogno di visualizzare il pensiero.
Riusciva ad esternare l'inesauribile repertorio fantastico e ironico -
mantenendo il
contatto con la realtà - nella parola, nella scrittura perfino nell'espressione grafica
dove esibiva il gusto per
l'invenzione e la teatralizzazione, senza rinunciare allo spirito critico e all'aspetto
didattico. Costante era il ricorso al paradosso da cui faceva derivare l'effetto
umoristico, come quando sovvertiva il nesso tra le cose, sviluppava metamorfosi tra
l'umano e il tecnologico per creare assurde ibridazioni o compiva verniane escursioni
fantascientifiche.
Il suo segno, quasi sempre ad inchiostri colorati, è indagatore, sperimentale: si
avventura, con grande forza immaginifica, in ambiti misteriosi e in territori
ageografici,
spesso per costruire forme originali relazionate allo spazio.
Un disegno, ora essenziale ed elementare ora ridondante e ornamentale, che sa
comunicare mantenendo i caratteri tipici del medium usato; né automatico né gestuale, ma
dinamico e geometrizzante, guidato e raffreddato dalla mente. |
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La
signora Matassini
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L'iconografia
che ne risulta è leggera, caricaturale, visionaria; in certi casi rimanda al
dada-futurismo e al surrealismo.
I lavori, anche se prodotti dall'autodidatta per propria soddisfazione, non sono frutto di
semplice divertimento: rientrano nella circolarità della sua complessa poetica e, al di
là della qualità dei singoli fogli, evidenziano la tensione autocreativa che li sottrae
alla retorica dell'esercizio manuale ripetitivo e del già visto. Non appartengono ad
un'arte aristocratica, anzi, contengono elementi linguistici eterogenei e requisiti di
popolarità che, al pari dei titoli, ne accrescono la leggibilità.
In sostanza, si nutrono di storia e di quotidiano per parlare ad una pluralità di
individui e guardare liberamente al futuro abitato dall'inconoscibile. |
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Gianni Rodari è nato a Omegna, in provincia di Novara, il 23 ottobre 1920 ed è
morto a Roma il 14 aprile 1980. Ha iniziato giovanissimo la sua attività di scrittore
unendo a questa passione l'impegno politico.
Diventato giornalista nel 1947, ha fatto parte della storia di importanti quotidiani come l'Unità
e Paese Sera. E' stato tra i fondatori di Pioniere, settimanale per ragazzi;
ha collaborato ad Avanguardia e Rinascita, Corriere dei Piccoli e La via
migliore. Dal 1968 al 1977 ha diretto Il giornale dei genitori. Nel 1970 ha
ricevuto il Premio Andersen.
E' considerato lo scrittore per l'infanzia più importante del '900. Ha scritto
per i bambini molte storie e filastrocche, continuando la tradizione narrativa italiana
che aveva saputo rinnovare nel linguaggio, nello stile e nei contenuti. Tra i suoi libri
ricordiamo solo Cipollino, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Torta
in cielo, Il libro degli errori.
Per tanti anni ha mantenuto un filo diretto con gli scolari italiani e stranieri: li
ascoltava e si faceva ascoltare; inventava con loro storie straordinarie. Ha stimolato il
rinnovamento del sistema scolastico ed è stato tra i più convinti sostenitori dei
diritti dei bambini. |
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Autoritratto, 1966
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Agli insegnanti ha dato preziosi consigli
per un modo diverso di lavorare con i ragazzi, lasciando il geniale e fecondo contributo
della Grammatica della fantasia. Ai genitori ha mostrato come si può arricchire
il rapporto con i propri figli, come si può diventare più disponibili a comunicare.
A tutti ha regalato la sua creatività, la sua fantasia, il suo umorismo, la sua poesia e
il suo ottimismo, facendo evolvere la società nella giustizia, nella democrazia, nella
pace. |
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